mercoledì 19 giugno 2013

Protesi surreali per amputati reali - The Alternative Limb Project

Girare per strada con un serpente avvinghiato sul braccio da nell’occhio. Notare che il serpente è finto magari ti delude. Notare che anche il braccio è finto invece magari ti stranisce. 

JoJo Cranfield
A leggere le dichiarazioni di Jo Jo Cranfield, tri-atleta e nuotatrice paralimpica, pare che il suo intento sia proprio questo: invece di nascondere il suo braccio amputato con una protesi che sia il più possibile simile all’arto perso, ne ha scelta una che sia evidentemente finta. Ma che sia anche figa da vedere e in sintonia col suo carattere.

Merito di Sophie de Oliveira Barata, una designer che da qualche tempo crea, in collaborazione con esperti di protesi e pazienti amputati, arti sostitutivi che, come li definisce lei, possono essere realistici oppure surreali.

Sophie de Oliveira Barata
Secondo Sophie, l’approccio generale alle protesi è quello di renderle il più possibile simili all’arto perduto, esteticamente e al tatto. In questo le sue creazioni realistiche sono impressionanti e mostrano tutto il suo talento, allenato e perfezionato in anni di studio e ricerca nell’ambito degli effetti speciali per cinema e televisione.

Viktoria Modesta
Però Sophie crede anche che alcuni amputati desiderino poter modificare e personalizzare la protesi, come fosse un accessorio di design o vestiario, o comunque cogliere questa opportunità per poter esprimere in maniera personale un tratto della propria creatività.

Ad esempio la cantante e modella Viktoria Modesta, amputata alla gamba sinistra sotto il ginocchio, si è fatta creare un paio di arti impossibili da ignorare. Una dall’aspetto cyberpunk, con tanto di altoparlanti (che non sono riuscito a capire se sono funzionanti, ma ci spero), un’altra ricoperta di cristalli swaroski e dall’aspetto cristallino che ha indossato alle cerimonia di chiusura delle para-olimpiadi del 2012.

Perché questi arti non sono meri oggetti di bellezza ma sono funzionanti e funzionali.

Ryan Seary
Come l’arto che porta Ryan Seary, ex-soldato che ha perso parte della sua gamba sinistra e il braccio sinistro su una mina.  Una volta ripresosi dal trauma e aver compiuto il suo percorso di riabilitazioni, ha cominciato a chiedersi se fosse possibile modificare le sue protesi. Parole sue “Chissà, magari potevo far aggiungere qualche funzione in più, tipo un accendino o un apribottiglie”. Dopo aver conosciuto Sophie, si è fatto costruire una gamba personalizzata. Di nuovo, la scelta è stata antitetica alla realtà e a nascondere la sua amputazione. Il nuovo arto è decorato come un “esploso” della gamba: si vedono la tibia, l’articolazione del ginocchio e parte dei muscoli che li ricoprono.




Fare giustizia a queste protesi con le parole è impossibile, per cui vi invito a guardare la gallery che trovare sul sito ufficiale del progetto di Sophie, The Alternative Limb Project, per poter ammirare i suoi lavori.





1 commento:

Mario De Roma ha detto...

notevole

"Compartments and storage pockets can be made"

"Lights, lasers and mirrors can be incorporated"