lunedì 4 maggio 2015

Triple threat watch: Mad Max Vs Road Warrior Vs Beyond the Thunderdome, o di come l'improvvisa scimmia generi revisioni

Causa immagini linkate a tradimento da Roberto sui social, mi è nata improvvisa la scimmia di vedere Mad Max: Fury Road, la nuova pellicola dedicata a Mad Max in uscita tra pochi giorni. C'è Tom Hardy, che a fare il pazzo e/o l'uomo tutto d'un pezzo sta diventando sempre più bravo. C'è Charlize Theron, che sopra le righe ormai ci ha preso la residenza ed è un'ottima inquilina. C'è George Miller alla regia e alla sceneggiatura, che ha scritto e diretto i tre film originari.  


Nonostante le premesse, non me l'ero filata di striscio. Poi bastano un paio di screenshot che mostrano come l'estetica originaria sia stata ammodernata senza tradirla, spingendo ancora di più quanto visto nella seconda e terza pellicola, e io ora son qua con la frizione che frigge, il battistrada che borbotta e la leva del cambio che chiama. 

Tanto che m'è venuta voglia di rivedere la trilogia di film dedicati a Max uscita tra il '79 e l'85. E una volta visti mi son detto, facciamoci un Triple Threat Watch.

Cos'è un Triple Threat Watch? Grazie della domanda, gentile utente. 
È una cosa che mi è venuta in mente a furia di brasarmi il cervello col wrestling. Se per un qualsiasi motivo 3 lottatori hanno ottimi motivi per combattere per lo stesso titolo, il promoter può decidere per un Triple Threat Match, ovvero i tre atleti si scontrano simultaneamente nel ring e il migliore vince.

Tre uomini entrano, uno solo ne esce!


Perché non farlo coi film? Qua vi avevo raccontato tre film di fantascienza che mi sono piaciuti e che hanno un paio di temi in comune. Con Mad Max vado ancora più sul sicuro perché:

Stesso protagonista interpretato dallo stesso attore.
Stesso regista-sceneggiatore-produttore per tutte e tre le pellicole.
I film seguono una cronologia precisa dal primo all'ultimo.

Insomma, una scusa come un'altra per poter parlare di uno dei film e delle ambientazioni che mi hanno colpito di più da bambino, quel post-apocalittico che nel corso di ormai quasi 40 anni è divenuto bene o male un genere autonomo, se non un'attitudine nei confronti del dopo-disastro. E lo deve in larghissima parte a una pellicola australiana a basso budget, uscita da una troupe formatasi in televisione e dalla trama tanto risicata quanto efficace.


Per cui da domani per tre giorni ci beccherete tre post dedicati a:

Mad Max, del 1979. Quello da cui tutto è iniziato, compresa la scalata al successo di Mel Gibson.

Mad Max: Road Warrior, del 1981. Quello in cui le cose diventano davvero interessanti, i creatori di Ken Shiro prendono molti appunti e nasce il più grande tag team di wrestling della storia.

Mad Max: Beyond the Thundedome, del 1985. Quello in cui arriva il famigerato PG-13, a Max cresce un Mullett che manco i cocker e l'inseguimento finale da la biada a molto cinema action ancora oggi.

E venerdì non mancate per l'after match, in cui si tirano le fila e si schiuma in attesa di Fury Road. 

Tre film entrano, uno ne esce!